Riflessioni e definizioni in tema di Social Housing

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Riflessioni e definizioni in tema di Social Housing

In Europa, il tema della “casa”, negli ultimi anni, è tornato a essere un problema centrale nel dibattito politico e nella riflessione accademica ma con un sostanziale cambiamento nel tipo di interesse e di problemi posti all’attenzione rispetto al passato: «da bene di proprietà a bene d’uso, inteso come l’insieme di abitazioni in affitto a canoni sostenibili. Il sistema residenza viene considerato non come la somma dei singoli immobili, ma come risultato della complessa rete di relazioni materiali e immateriali, sociali ed economiche, che lo riguardano; costituisce, quindi, uno dei principali servizi di interesse pubblico, che deve essere garantito a tutta la comunità» (Ricci, 2008). Questo mutamento è dovuto a una serie di trasformazioni legate all’acuirsi della crisi economica, al divario tra i valori del mercato immobiliare e l’andamento dei redditi, al modificarsi di bisogni e aspettative, alla diffusione di razionalità e di campi decisionali diversi, alla difficile situazione di recessione economica e alla generale debolezza delle politiche abitative (Galdini, 2012), nonché ad un ridotto intervento pubblico e a importanti fenomeni demografici come i flussi migratori e l’invecchiamento della popolazione. Per queste ragioni, le autorità pubbliche si trovano in forte difficoltà nel dare risposta al problema abitativo:  la tradizionale  Edilizia  Residenziale  Pubblica  ha  subito  un  ritiro  dalle politiche di welfare ma il mercato non offre soluzioni adeguate alle esigenze di tutta la popolazione.

In questo quadro il «Social Housing» diventa un tema estremamente attuale che rappresenta un insieme di politiche abitative di carattere specificamente sociale, in cui gli aspetti immobiliari sono pensati in funzione dei contenuti sociali. Si tratta però di un concetto che necessita di una interpretazione sistemica che sia in grado di dare ragione della complessità del processo al quale di volta in volta si riferisce. Dare una definizione univoca di Social Housing, non è un compito facile, in quanto si tratta di un termine che viene utilizzato in tutta Europa in modo differente e qualunque tentativo di indagare su questo argomento deve necessariamente confrontarsi con la difficoltà di compiere una lettura comparativa tra le situazioni dei diversi Paesi europei, caratterizzate da un’estrema eterogeneità: «l’Europa appare come un caleidoscopio di sistemi ed esperienze differenti in cui la cifra della diversità si misura sia nella composizione dei settori abitativi, sia nei sistemi istituzionali, legislativi e previdenziali che concorrono a forgiare la questione abitativa e sia nei modi stessi di intendere l’housing sociale» (IRER, 2009).

Nel 2005 il CECODHAS (Comitato Europeo di Coordinamento per l’Edilizia Sociale) ha proposto una definizione comune per tutti i Paesi dell’Unione Europea secondo la quale con il termine Social  Housing  si  intende l’insieme  delle  attività  utili  a  fornire  alloggi  e  servizi  con  forte connotazione sociale, adeguati a coloro che hanno difficoltà a soddisfare il proprio bisogno abitativo sul mercato per ragioni economiche, per la loro incapacità di ottenere un credito, per l’assenza di un’offerta adeguata o perché colpiti da problemi particolari.

Questa definizione di Social Housing mostra la necessità di affrontare il tema dell’abitazione sociale con un approccio multidimensionale, dando particolare attenzione a un insieme di aspetti che non riguardano soltanto la dimensione immobiliare ma anche gli aspetti sociali e i servizi, sviluppando all’interno dei progetti dei programmi di supporto, accompagnamento e facilitazione della convivenza al fine di sviluppare e rafforzare le comunità locali. In questo senso, uno degli obiettivi principali dell’Housing Sociale si configura nell’intento di migliorare le condizioni degli utenti, per i quali diventa importante non soltanto avere un proprio alloggio ma anche sviluppare una realtà di vicinato in un contesto abitativo dignitoso.

Nel 2007 il Parlamento europeo ha approvato una nuova proposta di risoluzione di “Politica degli alloggi e di Politica regionale” nella quale vengono proposti all’attenzione generale altri aspetti di particolare interesse connaturati al tema dell’Housing Sociale. Si tratta della dimensione sociale, già precedentemente puntualizzata dalla definizione del CECODHAS, per la quale occorre sottolineare i temi della segregazione sociale, dei senza fissa dimora, delle periferie urbane e dell’immigrazione; della dimensione energetica e ambientale, e della dimensione del coordinamento, rispetto alla quale il concetto di sussidiarietà assume un ruolo significativo, auspicando un coordinamento orizzontale tra i soggetti che si occupano di abitazioni a livello europeo, nazionale e locale. In questo modo, il Parlamento europeo ha inteso fissare degli obiettivi comuni a tutti i Paesi membri per gli interventi di Social Housing: garantire a tutti un alloggio adeguato per qualità, dimensione e costi, combattere l’esclusione sociale delle parti più svantaggiate della popolazione, sostenere il mix sociale, promuovere il risparmio energetico,  perseguire  l’efficienza  produttiva,  offrire garanzie agli affittuari, creare un mercato abitativo equilibrato e incentivare la partecipazione degli abitanti nelle diverse fasi dei processi. Vi sono poi altri caratteri comuni che riguardano gli aspetti tipologici e morfologici, tecnologici, gestionali ed economici. Per quanto riguarda gli aspetti tipologici e morfologici si fa riferimento alla forma, al volume e alla dimensione dell’abitazione, connessi all’articolazione degli spazi e tesi a garantire un alto grado di flessibilità dell’alloggio. I caratteri tecnologici, invece, devono garantire alti livelli di sostenibilità ambientale e sono strettamente legati alla scelta dei materiali e delle tecnologie impiegate. Infine i caratteri gestionali ed economici riguardano diversi fattori e le interconnessioni tra questi, come per esempio il ruolo svolto dall’utenza delle residenze e, in particolare, da quei nuclei familiari i cui bisogni abitativi non possono essere soddisfatti dalle condizioni di mercato (Ricci, 2008).

Nonostante il CECODHAS abbia proposto una definizione di Social Housing comune ai Paesi membri dell’Unione Europea e il Parlamento europeo si sia premurato di fissare degli obiettivi comuni, rimangono comunque evidenti le differenze di approccio tra i diversi Paesi sia per quanto riguarda i riferimenti normativi, sia per la dimensione percentuale dello stock di alloggi sociali in affitto sul totale dello stock abitativo, sia per le forme organizzative, che per il diritto di occupazione e per il contesto delle politiche abitative.

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