La storia e l'archeologia


Per la valorizzazione dei beni archeologici della provincia di Imperia,  è necessario pensare a una nuova governance che sappia cogliere e interpretare l’atteggiamento che i vari attori hanno sui temi e sulle politiche culturali, individuare un loro ruolo efficace e uno sviluppo economico integrato e di qualità partendo dall’area provinciale.

Il perfezionamento del quadro conoscitivo andrà di pari passo con la costruzione di strategie gestionali e di valorizzazione responsabile che il progetto INNOLABS intende costruire e sostenere.

La rassegna delle risorse archeologiche del territorio fornisce un primo catalogo delle risorse, da perfezionare nel tempo con l’apporto dei soggetti protagonisti, per associare così alla consistenza dei beni altre informazioni sulla loro topografia, le forme di tutela, l’accessibilità, la gestione, il contesto.

Breve storia della Liguria antica
Il ponente ligure reca tracce millenarie della presenza dell’uomo.  Le prime testimonianze sono databili a 200.000 anni fa e sono quelle ritrovate nella Grotta del Principe presso i Balzi Rossi a Ventimiglia. I  materiali rinvenuti fanno riferimento alla presenza dell'Uomo di Neanderthal, per tutto il Paleolitico Medio (170.000-35.000 anni fa).

Successivamente, sussiste una realtà insediativa importante fino ad 8.000 anni fa, come testimonia la triplice sepoltura rituale ritrovata nella Barma Grande ai Balzi Rossi. In queste fasi la zona della Provincia di Imperia è interessata dalle conseguenze delle glaciazioni: la linea di costa si allontana e si avvicina prima di giungere pressoché all'attuale posizione. Fauna e flora mutano, passando da dimensioni tropicali ad altre tipiche di clima freddo, come rivelano i resti fossili. Nella zona di Sanremo una stazione paleolitica utilizzata da cacciatori tra 60.000 e 35.000 anni fa lascia intendere una frequentazione particolare dei principali siti archeologici. Tra 10.000 e 6.000 anni fa, con un miglioramento del clima dopo l'ultima glaciazione, c’è una miglior frequentazione umana : vengono utilizzate ancora le grotte, anche come punto di appoggio durante la caccia vicine ad aree di passaggio obbligato di specie cacciabili (San Romolo sopra San Remo e San Giovanni dei Prati sopra Molini di Triora).
Nel neolitico, da 6.000 a 4.000 anni fa, si stanziano colonizzatori sempre più stabili, con l'inizio di una pastorizia prima e poi di un'agricoltura di sopravvivenza. Inizia la fabbricazione di ceramica.
All'età del rame, dal 2500 al 1800 a.C. , sono da far risalire i ritrovamenti del Buco del Diavolo, nella profonda Valle Argentina, mentre alla fine del secondo millennio a.C., con lo sviluppo dell'Età del Ferro, la rada popolazione cerca punti di aggregazione in luoghi elevati, strategici e difendibili.

Intorno al 600 a.C. c’è la colonizzazione dei Greci Focesi che fondano la colonia di Marsiglia e i porti emportio di Nizza e Monaco. Liguri si arroccano in modo efficace sulle montagne controllando le vie di crinale utili alle transumanze e praticando diverse attività di sopravvivenza, anche vicino al mare con i primi insediamenti di un certo rilievo, nelle zone delle attuali Ventimiglia ed Albenga. Divisi in due tribù, Intemeli ed Ingauni, ai primi farà riferimento la città di Albium Intemelium (città “alba” degli Intemeli) ai secondi Albium Ingaunum (città degli Ingauni). Queste però sono dizioni di tipo romano: i rapporti tra Liguri e Romani sono stati estremamente complessi e difficili. Roma solo in un secondo momento si è occupata della situazione ligure ed in particolare per il controllo delle coste del Mediterraneo occidentale e di una possibile ulteriore via di penetrazione verso le Gallie. Liguri rivestivano un ruolo piratesco rintuzzato dai Romani sotto la guida dei duumviri navales. Durante la seconda guerra punica il fratello di Annibale, Magone, ottiene aiuti militari tra 205 e 203 nel territorio tra Vada Sabatia ed Albintimilium. Gli Ingauni forniscono ai Cartaginesi truppe ausiliarie, mentre i Cartaginesi attaccano le tribù liguri dell'interno, pericolose per gli Ingauni. La successiva sconfitta di Cartagine costringe gli Ingauni e tutti i liguri a trattare con Roma, nonostante continuasse la guerriglia antiromana.  Dal 188 a.C., dunque, si intensifica la pressione romana contro i Liguri, con Marco Valerio Massimo, con i consoli M.Emilio Lepido e Gaio Flaminio e ancora nel 185 a.C., con altre truppe consolari. La situazione si chiude con il 181 a.C. quando gli Ingauni e gli alleati si organizzano contro Lucio Emilio Paolo, il quale, pur assediato, sconfigge definitivamente i Liguri delle tribù occidentali e pacifica la zona.

Cesare concede molti favori alle località liguri e Ottaviano svolge una attività di pacificazione creando una moralità romana diffusa ed adoperandosi per la costruzione della via costiera che da Vada Sabatia raggiunge la zona dell'attuale Nizza, all'altezza del trofeo a La Turbie. La colonizzazione romana si spinge comunque a fondo nell'interno della Liguria occidentale. Albingaunum e Albintimilium diventano città di una certa importanza, la seconda arriva a 6000 abitanti, sono entrambe dotate di anfiteatro e impianti termali. La costa e l'immediato entroterra sono segnati da insediamenti e da fondi rustici di notevole produttività e rilevanza. La Via Iulia Augusta viene sottoposta a periodiche sistemazioni.

La cristianizzazione è un'altra fase di notevole importanza storica e dunque anche archeologica per quanto riguarda la Liguria occidentale: un percorso segnato da pochi elementi di studio, che confermano comunque una sufficiente penetrazione di culto al IV secolo d.C..

I Vescovi sono insediati nelle due principali città romane di Albingaunum ed Albintimilium, anche se in questo ultimo caso dovrebbe trattarsi di un primo insediamento vescovile nella città romana di Nervia.
Il declino della cultura territoriale inizia nel III secolo d.C. con l’incursione degli Alamanni su Albintimilium, mentre Albingaunum fra 414 e 417 venne ricostruita ad opera dell'imperatore Costanzo III.
Dopo la caduta dell'Impero Romano, la Liguria viene inserita nel contesto del diritto ostrogoto di Teodorico: di questo periodo ricco di conflitti di carattere religioso, si studiano soprattutto le fonti battesimali  essendo gli Ostrogoti di Teodorico di osservanza ariana.

La lunga guerra greco-gotica, con la vittoria finale della dimensione greco-latina su quella germanico-gotica, è seguita dall’invasione dei Longobardi, che con altre genti barbariche, invadono l'Italia settentrionale nel 568, su di un territorio già in parte germanizzato.

Durante il VI e parte del VII secolo d.C., periodo è oscuro dal punto di vista storico. La Liguria diventa Provincia Marittima, viene creato un sistema di occupazione territoriale militare delle valli, di costruzione di fortificazioni, arroccamenti delle città (nel caso di Albintimilium e di Porto Maurizio), tanto che i Longobardi guidati da Rotari riescono a sfondare le difese orientali e invadere la Liguria solo nel 643 d.C.
Dal 643 al 774 con la dominazione longobarda si accentua la germanizzazione della società, evidente nella concessione della piccola proprietà rispetto ai latifondi di fase romana e greco-latina. L'edilizia religiosa paleocristiana cresce durante il regno di Liutprando (tra il 690 circa ed il 744).

Il regno longobardo viene poi inglobato nel regno franco al 744 d.C. La Liguria occidentale è comunque in prima linea nel contatto con i Franchi, dato che il loro re Clodoveo, cristianizzato, aveva conquistato la Provenza già nel V secolo d.C.

Dal VII al VIII secolo, l'espansionismo politico, militare e religioso degli Arabi ha una base nei pressi dell'attuale Saint-Tropez, e vede la loro azione profonda verso le Alpi, dall’890 in avanti. Alcuni pensanti saccheggi e misfatti come l'attacco all'Abbazia della Novalesa nel 906 e quello di Genova del 934-935, causano una reazione militare organizzata da Guglielmo I di Provenza, che riporta ordine nella regione Ligure occidentale e Provenzale orientale. Dopo la fine del pericolo saraceno ed il crollo del controllo carolingio, i feudi di interesse imperiale vengono coinvolti, per la Liguria e il Piemonte, in marche, con a capo forti marchesi. La marca Arduinica fa capo a Torino ed arriva a Ventimiglia, l'Aleramica a Savona verso Asti.

Genova. Riprende la colonizzazione del territorio costiero ligure, in gran parte privo di controllo e senza popolazione, ed è importante l'azione di ordini religiosi, sia anacoretici (Gallinaria, Lèrins) sia stanziati sul territorio, come nel caso degli interessi dell'Abbazia di San Dalmazzo di Pedona e di Santo Stefano di Genova.

Il progetto agisce in una serie di aree archeologiche:

- Zona intemelia

- Zona sanremese

- Zona taggese e oltre esclusa imperia

- Zona imperiese, dianese, cervese

- Paleolitico medio e superiore: Territorio dianese

- Archeologia marittima

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