L'informazione e il coinvolgimento del quartiere in un progetto innovativo

  • Stampa

L'informazione e il coinvolgimento

Una delle prerogative nell’attuazione del “Contratto di Quartiere II” era quello di realizzare una costante attività di informazione e promozione della partecipazione per gli abitanti residenti nelle aree oggetto dell’intervento di riqualificazione urbana.

Sulla base di questo presupposto il Comune di Savona ha realizzato una strategia complessiva di sensibilizzazione, informazione e coinvolgimento degli abitanti del quartiere di Legino-piazzale Moroni che ha puntato a conseguire quattro obiettivi:

  1. ricevere un contributo attivo nella fase di elaborazione dei progetti esecutivi
  2. realizzare un flusso comunicativo costante anche per chi è socialmente meno attivo in un’ottica di diritto d’informazione e trasparenza
  3. rendere disponibili gli interlocutori pubblici con costanza al dialogo e all’informazione reciproca
  4. attivare una situazione di ascolto proattivo che consenta di dare risposte alle richieste nate nella fase di realizzazione dei progetti del Contratto di Quartiere II.

Le prime assemblee informative pubbliche si sono tenute nel corso del 2004. Tra il 15 gennaio e il 22 marzo di quell’anno furono indetti i primi incontri nel quartiere con la presenza degli amministratori comunali dell’epoca, i progettisti, i rappresentanti di sodalizi e associazioni operanti nella zona.

Gli incontri furono promossi per la presentazione del progetto e per raccogliere commenti e proposte. I temi all’epoca maggiormente sentiti erano legati alle difficoltà nel traffico viario e in particolare della congestionata via Stalingrado oltre alla questione legata alla presenza di Eternit in gran parte dei palazzi di proprietà ARTE; in realtà ciò che più colpì l’attenzione e le preoccupazioni degli abitanti fu la generale sfiducia sul fatto che realmente il progetto di riqualificazione potesse concentrarsi su un quartiere da sempre “dimenticato” e ritenuto diffusamente come “malfamato”. Aleggiava dunque, dopo decenni di abbandono, una sorta di incredulità sul fatto che davvero la zona potesse vedere un cambiamento reale quale quello prospettato negli incontri di presentazione.

Agli incontri parteciparono attivamente cittadini della zona, istituzioni e associazioni oltre a commercianti, residenti, rappresentanti della Circoscrizione e della comunità straniera, il mondo della parrocchia e della scuola, costruendo uno spaccato della vita vissuta all’interno del quartiere. Il passaggio successivo di discussione progettuale fu realizzato con meeting di approfondimento per individuare idee condivise sul futuro del quartiere, emerse dall’insieme di proposte e conoscenze specifiche del territorio: l’obiettivo era di produrre con la sintesi degli elaborati, un documento da consegnare ai progettisti incaricati.

Sulla base delle osservazioni e dall’analisi fornita anche dagli abitanti che parteciparono al processo di elaborazione, fu stesa una carta conclusiva che conteneva un elenco con le principali problematiche del territorio e proposte per la risoluzione di queste.

La prima fase di verifica della fattibilità di un intervento di riqualificazione del tessuto economico del quartiere di Legino, si concluse con la stesura di un progetto di massima realizzato dall’architetto Giachetta, che fu presentato in forma definitiva il 22 marzo 2006. Fu circa tre anni dopo che con i lavori di riqualificazioni avviati o in fase di avvio con la progettazione esecutiva approvata che l’attività di partecipazione riprese con forza.

L’avvio della seconda fase di attivazione degli abitanti del quartiere iniziò con la riunione pubblica del 17 maggio 2007, durante la quale furono presentate, nel corso di una assemblea molto partecipata , le linee salienti del “Contratto di Quartiere II”.

Ad ausilio, fu realizzata una campagna di informazione capillare destinata a tutti gli edifici interessati al progetto, con l’intento preciso di assicurare anche a chi non partecipava attivamente agli incontri, tutte le nozioni fondamentali. I mezzi adottati erano volontariamente “tradizionali”, come l’avviso nei portoni dei palazzi e l’invio di lettere a tutti residenti della zona e sempre con un linguaggio semplice, senza alcun tecnicismo, criterio ad onor del vero, che ha caratterizzato questa e tutte le successive iniziative di comunicazione diretta.

Nell’ agosto del 2007 si tenne un’ulteriore assemblea, come sempre annunciata e introdotta da lettere destinate a tutte le famiglie residenti, in cui furono presentati i progetti esecutivi del “Contratto di Quartiere II”, lasciando ampio spazio ai contributi e alle richieste giunte dai partecipanti alle assemblee e dai cittadini che avevano usufruito dell’opportunità di frequentare il “Laboratorio di via Chiavella”.

Alcuni mesi dopo, nell’ottobre 2008, alla luce dei ritardi attuativi, fu promossa un’assemblea di quartiere per aggiornare circa la situazione generale e in particolare sui lavori in atto e quelli in attivazione.

Anche in questo caso, la convocazione-lettera è stata pensata per fornire, indipendentemente dalla partecipazione diretta dei cittadini che fu elevata, tutte le novità del caso in merito all’attuazione del “Contratto di Quartiere II”.

Con l’avvio di numerosi lavori fu anche annunciata l’apertura della sede della ditta appaltatrice accanto alla sede del Laboratorio del “Contratto di Quartiere II” con la creazione di un secondo presidio diretto in loco.
Ulteriore appuntamento fu fissato nell’ultimo fine settimana dell’aprile 2008, quando si tenne una festa di quartiere destinata ai giovani in collaborazione con gli attori sociali già attivi per la realizzazione dei progetti sociali. L’iniziativa di socializzazione giovanile si svolse con l’ausilio del Laboratorio ambientale del Comune di Savona e aveva la funzione di sensibilizzare sui temi del progetto il target che più degli altri appariva difficile da raggiungere con la comunicazione tradizionale.


Una comunicazione riconoscibile

Il progetto si è dotato da subito di un logo per la campagna di comunicazione, quale elemento comune a tutte le azioni informative e di coinvolgimento attivo nell’ambito del quartiere. Utilizzato costantemente per l’affissione, la stampa, gli spazi internet, i mass media in genere, al logo è stato affiancato un apposito format da utilizzare anch’esso con continuità nell’attività comunicativa prevista.

Manifesto quartier generaleLa produzione e la diffusione capillare del materiale informativo prodotto ha consentito un’informazione dei cittadini semplice ma frequente, con un linguaggio sempre attento alla semplicità e alla facile comprensione per tutti. Le forme sono state le più varie: lettere di convocazioni (in realtà piccoli resoconti), affissioni, utilizzo degli spazi informativi nei palazzi, utilizzo della rete di cartelli luminosi informativi “Informacittà” di cui la città è dotata, spazi sui quotidiani e una puntuale campagna stampa. La capillarità ha consentito il raggiungimento di un’elevata frequenza di messaggio (valutato su GRP – Gross rating point) del tutto comparabile a una campagna pubblicitaria di ampio respiro.

Inoltre, è stato realizzato un apposito spazio all’interno del sito web del Comune, ricco di pagine e novità, che è stato aggiornato per distribuire nuove informazioni sugli incontri pubblici di pertinenza del “Contratto di Quartiere II”, bandi pubblici di finanziamento, procedure burocratiche, acquisizione di contributi e pareri.

La comunicazione ha voluto anche essere protagonista degli spazi fisici del quartiere con la realizzazione di pannelli collocati nelle vie principali recanti i messaggi che meglio riassumevano la filosofia del cambiamento in corso. Un cambiamento presentato (e vissuto) come scaturente dalla naturale tendenza a migliorare la qualità della vita secondo un’evoluzione naturale priva di forzature, naturale risposta ai desideri di vita.



Il Laboratorio di quartiere

Il “Laboratorio di Quartiere” è stato uno spazio d’incontro all’interno dell’area, pensato come punto di riferimento e di dialogo sui temi del “Contratto di Quartiere” al fine di ridurre la distanza tra responsabili del programma, progettisti dei singoli interventi e abitanti. L’intervento ha offerto agli abitanti un luogo di incontro e un punto di riferimento, uno spazio di relazione molto diverso da un ufficio amministrativo per il suo carattere sociale, creando un luogo informale e flessibile di ascolto e collaborazione. Il “Laboratorio di Quartiere” è stato un luogo in cui ospitare incontri pubblici e momenti di confronto per un costante coinvolgimento degli abitanti, delle realtà associative locali e degli altri soggetti interessati ai progetti del “Contratto di Quartiere II”: un vero punto di ritrovo e di riferimento che confermava anche fisicamente, la continuità del lavoro di evoluzione in atto.

Nel tempo il “Laboratorio di Quartiere” è divenuto una presenza organica all’interno del luogo, tale da acquisire potenzialmente altri ruoli di ausilio nel rapporto amministrazione pubblica-abitanti. Vi è stata in aggiunta, proprio per aumentare la significatività del luogo, la scelta di non limitare, in via esclusiva, il dia-logo agli interventi del “Contratto di Quartiere II”, assicurando la possibilità di segnalare direttamente a un rappresentante comunale presente in giorni fissi, i problemi di manutenzione anche di aree al di fuori della zona di interesse vera e propria.

Nel corso delle attività di lancio e promozione la sede del “Laboratorio di Quartiere” ha assunto la denominazione di “Quartier Generale del CQII”, ciò al fine di consentire una comunicazione allineata alla campagna di comunicazione e promozione che ha accompagnato le azioni di comunicazione programmate.

La sede del “CQII” (così riassunto per esigenze grafiche e comunicative) ha aperto nel giugno 2007 con una festa popolare destinata tutti i residenti e ha avviato e consolidato alcune attività come spazio a disposizione degli abitanti che desideravano segnalare problemi, accedere a informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori, raccontare la loro vita a piazzale Moroni e stabilire relazioni dirette con i responsabili dei progetti.

Dalla sua nascita la sede del “CQII” ha garantito senza interruzioni, un’apertura dapprima settimanale e poi bisettimanale, tutti i giovedì dalle 16,30 alle 18,30 con un orario utile ai cittadini impegnati sul posto di lavoro.
Nel complesso, nei due anni di apertura il “Laboratorio di Quartiere” ha raccolto singolarmente circa 450 cittadini per chiarimenti e informazioni specifiche, spesso alla presenza di tecnici e amministratori pubblici. L’attività primaria del Laboratorio si è conclusa nel 2010.


La progettazione sociale

Nel mese di maggio 2007, è stata attivata una fitta rete di incontri in collaborazione con gli attori sociali del territorio (Azienda Sanitaria Locale, Servizi alla Persona del Comune, associazioni operanti a livello di quartiere, parrocchia, associazioni di mutuo soccorso, etc.) con lo scopo di elaborare i progetti di contenuto sociale cui destinare i finanziamenti previsti dal “Contratto di Quartiere II”.

La partecipazione massiccia ha permesso di elaborare quattro progetti destinatari dei finanziamenti di carattere socio-educativo e sanitario previsti nell’ambito del progetto.

Uno degli elementi più interessanti di innovazione del progetto “Contratto di Quartiere II” è stata la scelta di destinare gli investimenti non solo al recupero edilizio ma anche a quello sociale. Così come già sperimentato con analoghi programmi di altri paesi europei e negli USA, a seguito di consolidate politiche urbane in cui il recupero sociale è componente decisiva, anche in Italia si è voluto evidenziare come un recupero urbano, realizzato attraverso il risanamento edilizio e architettonico, non può prescindere da interventi di interesse sociale.

Nel progetto gli interventi di interesse sociale sono stati finalizzati alla rivitalizzazione delle relazioni all’interno della comunità locale e alla promozione di stili di vita improntati alla cittadinanza attiva.
Sono stati gli operatori dell’Ambito Territoriale Sociale Oltreletimbro di Savona, in fase progettuale, a guidare le consultazioni per definire i soggetti della rete sociale coinvolti nella realizza-zione del progetto. Il criterio di fondo è stato quello di partire dal coinvolgimento dei soggetti della rete sociale prescelti nella prassi quotidiana del contatto con i bisogni e la realtà del quartiere, privilegiando l’individuazione di un denominatore comune intorno al quale si sviluppassero in modo organico i diversi progetti presentati dagli attori sociali del territorio.

L’argomento centrale individuato è stato quello relativo alla tematica della famiglia.
Tale impostazione ha consentito di dare organicità alle tante iniziative e progetti posti in essere dal Comune di Savona e da altri attori sociali , rivolgendosi a diverse fasce di età e di bisogno quali l’infanzia, l’adolescenza, la genitorialità, il disabile, l’anziano, l’immigrato.

Il “Contratto di Quartiere II” nelle sue finalità sociali ha previsto interventi strutturali quali l’istituzione della nuova sede del Distretto Socio – Sanitario, la realizzazione della struttura polivalente per l’aggregazione giovanile a carattere musicale, il potenziamento del centro diurno per anziani, unitamente ad attività di azioni sociali legate all’animazione, al counseling e alla socializzazione.

In aggiunta a questi, furono realizzati progetti contingenti ma mirati che per la loro stessa natura hanno trovato un’applicazione ridotta nel tempo. Vediamone dunque, un’analisi più dettagliata.
Il progetto chiamato “Jokompito” è stato concepito come un’attività pomeridiana per la socializzazione, l’animazione e il sostegno scolastico e dei minori nell’età della scuola dell’obbligo. L’azione intendeva incentivare l’uso del tempo libero dei bambini a scopo aggregativo, proponendo spazi alternativi all’isolamento domestico.
Infatti, questa è ed era un’esigenza molto sentita in un quartiere dove le famiglie non hanno spesso reali punti di riferimento. La creazione di un apposito spazio di aggregazione e studio presso i locali della scuola del quartiere avrebbe permesso, tra gli altri obiettivi, di diminuire le difficoltà scolastiche nella scuola dell’obbligo, stimolare la creatività e al benessere  psicologico della fascia minorile, incrementare il senso di appartenenza delle famiglie al quartiere, vissuto come spazio-risorsa anziché area dormitorio.

L’attività prevista per il raggiungimento di questi obiettivi era soprattutto l’intrattenimento dei bambini e dei ragazzi del quartiere nei tre pomeriggi liberi da attività scolastica, attraverso azioni di tipo ludico-ricreativo e di laboratorio (“Joko”) e di supporto scolastico (“Kompito”), gestite da educatori specializzati con il con¬tributo di forze del volontariato locale e non (genitori, insegnanti a riposo, giovani, altro) e allievi tirocinanti in stage.

“Jokompito” ha avuto inizio nel novembre 2008 a cura degli educatori della cooperativa sociale “Progetto Città” e si è svolto nei locali delle scuole elementari Callandrone situate nel quartiere.
Il primo anno di realizzazione, il servizio ha avuto luogo per tutta la durata dell’anno scolastico, per due pomeriggi alla settimana con numerose attività ludiche e scolastiche.

L’iniziativa si è ripetuta l’anno scolastico successivo 2009-2010 ed ha visto l’iscrizione di 28 bambini con una frequenza media di 16 unità. Anche in questo caso l’attività è andata avanti per tutto l’anno scolastico e i giorni interessati sono aumentati da due a tre settimanali. Ciò è stato possibile anche grazie al contributo di alcuni volontari.

Nel giugno 2011 ha preso il via anche “Joko senza Kompito”, con l’iscrizione di 27 bambini con una frequenza media di 15 bambini il giorno. Le educatrici hanno impegnato i bambini per tutta la mattinata con giochi, laboratori creativi e attività di socializzazione.

Tra le criticità emerse durante la realizzazione di “Jokompito” vi sono state soprattutto:

  • la differenza di età tra i bambini e quindi le difficoltà di soddisfare bisogni diversi;
  • le difficoltà scolastiche di quasi tutti i bambini che hanno partecipato che avrebbe necessitata la presenza di un maggior numero di educatori;
  • alcuni casi difficili dovuti a bambini caratteriali o con particolari problemi.

Nel complesso l’esperienza è stata molto positiva, rivelandosi una valida alternativa allo studiare da soli e ha facilitato la socializzazione tra bambini dello stesso quartiere anche di età diversa.

Grazie a questa iniziativa la scuola ha rafforzato l’attività quale ancora luogo di riferimento con un progetto che è divenuto un appuntamento atteso dai bambini e apprezzato dalle famiglie.

Un secondo progetto realizzato è stato “..On the road…” pensato come attività educativa di strada e di sviluppo rivolto agli adolescenti con la previsione di inserimento in aggregazioni spontanee per facilitare le relazioni con le istituzioni e le famiglie.
Questa azione di attività educativa “itinerante”, da realizzare compiutamente nelle vie del quartiere di Legino-piazzale Moroni, partiva dalla necessità di una maggiore conoscenza della fenomenologia dell’adolescenza nella realtà territoriale d’interesse del “Contratto di Quartiere II”. In questo caso l’obiettivo era di individuare il bisogno e il disagio, quando presente, aumentando la consapevolezza nel mondo adulto delle dimensioni del fenomeno e delle relative ipotesi di soluzione.

Il progetto è stato avviato dalla cooperativa “Progetto Città” e ha comportato un lavoro di rete con le diverse presenze territoriali per raccogliere e condividere dati e informazioni indispensabili per la progettazione degli interventi. Per individuare le proposte educative da proporre, l’équipe ha organizzato una “mappatura” e una lettura dei bisogni dei ragazzi nell’area dell’Oltreletimbro e in particolare di quella inserita nel “Contratto di Quartiere II”. L’indagine propedeutica, condivisa con l’Ambito Territoriale Sociale, ha coinvolto la scuola, il Centro Giovani ASL, il S.E.R.T, la parrocchia, le forze dell’ordine oltre a varie associazioni locali sportive o educative.

Le iniziative hanno avuto una base presso il Centro di aggregazione giovanile “Il millepiedi”. Le attività del progetto “On the road” esterne al Centro, sono state pari a 624 ore complessive nel periodo luglio 2009 – giugno 2010.
Per affrontare la realizzazione di “On the road” l’équipe del Centro si è ampliata, inserendo nell’organico un operatore che ha focalizzato il proprio intervento sugli obiettivi del nuovo progetto, garantendo al contempo la necessaria interazione e integrazione delle iniziative con il resto delle attività previste. Le iniziative sul territorio, condotte da uno o due operatori, si sono svolte prevalentemente nella fascia oraria pomeridiana o tardo pomeridiana, parallelamente all’orario di apertura de “Il millepiedi”.

La metodologia ha previsto, in accordo con i coordinatori degli Ambiti Territoriali, di individuare le priorità di intervento una volta individuate le zone e le risorse disponibili sul territorio; successivamente l’equipe educativa ha concertato le proposte più consone. Con i ragazzi coinvolti sono state attivate proposte sul territorio interessato dal “Contratto di Quartiere” (presso la struttura sportiva di via alla Rocca, nell’area della Fontanassa, i giardini della Rocca di Legino) relative a tre aree specifiche:

  • attività sportive: partite di calcio, basket, pallavolo, attività di judo, vela, canoa, arrampicata su roccia, esperienze speleologiche;
  • laboratori creativi: (nel periodo estivo all’aperto, nel periodo invernale ospitati da locali comunali o parrocchiali): racconti con la macchina fotografica, autobiografie creative, corso di graffiti, costruzione di fiabe, gestione dell’orto cittadino;
  • spazi ludico - ricreativi: caccia al tesoro, grigliate in spiaggia, attività balneare.

L’esperienza ha fatto emergere il bisogno degli adolescenti di una quotidianità programmata per sviluppare un indispensabile rapporto di fiducia verso gli educatori. Gli interventi contingenti e provvisori, infatti, non riescono a fornire un punto di riferimento stabile necessario ai ragazzi per costruire una buona relazione continuativa con gli adulti. L’adesione al progetto dei ragazzi più piccoli ha evidenziato il bisogno, mai sopito, di trovare soluzioni di qualità alla gestione dei figli durante le attività lavorative degli adulti. I ragazzi più grandi si sono rivelati maggiormente autonomi nelle scelte legate al tempo libero, rendendo difficile la programmazione di proposte di attività specifiche e la conseguente programmazione delle attività.

Un terzo progetto operativo, “L’officina delle mamme e dei papà” avrebbe avuto come obiettivo quello del miglioramento e del rilancio dell’attuale biblioteca di quartiere, orientando l’offerta al tema della famiglia, sperimentando attività collettive per l’uscita dall’isolamento sociale e culturale in cui versavano molte famiglie residenti.

In realtà, oltre alla semplice divulgazione di testi narrativi e saggistici inerenti l’educazione e la vita famigliare, si voleva promuovere una maggiore consapevolezza delle competenze per potenziare l’identità del ruolo di “genitore”. A fianco di un servizio di consultazione e prestito di testi di narrativa per adulti e bambini, saggistica e riviste specializzate era stata prevista una serie di attività rivolte ai bambini. Il progetto, dopo una fase progettuale, non è stato avviato a causa di problemi organizzativi dovuti alla soppressione delle Circoscrizioni avvenuta con legge nel 2010.

Il “Musiclab” – Centro di sperimentazione musicale savonese è stato pensato per ricreare le condizioni di partecipazione artistica e culturale in un quartiere che si riteneva isolato dal contesto cittadino, attraverso la realizzazione e l’organizzazione di una sala prove e studio per musicisti e principianti. Si trattava di una richiesta che giungeva da anni da parte di tutto il comprensorio savonese, privo di una struttura con simili caratteristiche.

Musiclab

L’obiettivo è stato quello di consentire ai giovani musicisti in attività di provare, registrare e produrre su supporto il proprio lavoro creativo e ai principianti di partecipare a iniziative di formazione e didattica musicale, offrendo anche una formazione professionale per la creazione di figure quali tecnici del suono, fonici, operatori di studio e altre professionalità del settore.

La sede pensata per il “Musiclab” è la struttura, ricavata sotto l’asilo nido di via Chiappino, realizzazione prevista tra le opere strutturali finanziate dal “Contratto di Quartiere II”. La gestione caratterizzata da un network pubblico-privato, coinvolge il Comune di Savona, il Comitato provinciale ARCI, ACLI e AICS.

Il “Musiclab” è stato inaugurato il 29 maggio 2014. È una struttura di circa 100 mq composta di tre sale prove, due delle quali attrezzate a livello semi-professionale e una ad uso didattico con batterie, amplificatori per chitarre e basso, tastiere e mixer di sala, il tutto coordinato da una sala di controllo ben attrezzata.


Il centro diurno per anziani

centro anziani

Il progetto prevedeva l’utilizzazione del Centro Diurno “L’Albero della Vita” di via Stalingrado a servizio del quartiere. L’idea di fondo era quella di utilizzare le ore pomeridiane per accogliere gli anziani e coinvolgerli in attività ludiche quali la musica, il teatro e la visione di film, la lettura, laboratori di piccola manualità. Il finanziamento prodotto dal progetto “Contratto di Quartiere II” ha avviato l’attività nel 2009 grazie a una convenzione siglata con la Cooperativa sociale “Cooperarci” e oggi prosegue con fondi derivanti dalle convenzioni con altri Comuni che fanno parte dell’Ambito territoriale. Il Centro ha una capienza di 25 posti ed è frequentato in media da 22 persone che provengono da Savona e alcuni Comuni limitrofi. La struttura offre un’accoglienza diurna per le persone anziane che non sono in grado di stare sole poiché affette da malattie senili degenerative. Attraverso la realizzazione di un luogo di incontro, ricreazione e socializzazione, si tenta di prevenire il decadimento, la solitudine e anche l’emarginazione spesso dovuta alla condizione di anzianità. Inoltre, il servizio consente ai partecipanti di continuare ad abitare presso la propria abitazione e godere di una assistenza qualificata durante l’orario diurno, sostenendo di fatto le famiglie interessate.

I locali dove oggi trovano sede “MusicLab” e i locali del Distretto socio sanitario di via Chiavella, Unità operativa Ambito 1 - Oltreletimbro “Area disagio adulti, emergenza e inclusione sociale” sono stati finanziati con i fondi del “Contratto di Quartiere II” – nei volumi ricavati dal tamponamento dei piloni che costituiscono il sostegno dei locali occupati dall’asilo comunale e dalla scuola materna già esistenti.